15 maggio 2020

STEP #15 - Nel Novecento

Per inquadrare il 900
La Terza Rivoluzione Industriale: il futuro delle rinnovabili
La grande industrializzazione del XIX secolo ha determinato la nascita e lo sviluppo di nuovi settori dell'industria che, già verso la fine del secolo e soprattutto in quello successivo, porteranno numerose innovazioni tecnologiche negli ambiti più disparati.
La nascita di nuove tecnologie darà il via ad un periodo, nel secondo dopoguerra, di grande sviluppo economico e che avrà come conseguenze modificazioni sociali di grosse proporzioni, consolidandosi (forse eccessivamente) la logica del consumo che aveva avuto la sua fortuna nel secolo predente ma che aveva inevitabilmente portato alla gigantesca crisi di sovrapproduzione del 1929 (una delle cause del rafforzarsi, all'epoca, delle tensioni internazionali che poi sfociarono nel secondo conflitto mondiale).Quella che viene definita come la "Terza Rivoluzione Industriale" portò cambiamenti radicali dovuti al diffondersi degli studi sull'energia nucleare e allo sviluppo di nuove tecnologie per la comunicazione, un vero punto di svolta per la storia dell'uomo: la rivoluzione informatica. Questa ha gettato le basi per il determinarsi, negli anni 90 e nei primi 2000, di quella che è la società globale (processo di globalizzazione). Purtroppo questi eventi hanno dato il via ad una nuova crisi globale, quella ambientale e climatica, a cui l'uomo è chiamato, nei prossimi decenni, a trovare un rimedio.

Le innovazioni del tessile - le FIBRE CHIMICHE
Determinante, in questo ambito, fu la nascita dell'industria chimica negli ultimi decenni del XIX secolo. Già nel 1891 era stato inventata la prima fibra chimica, di tipo ancora artificiale: quello che verrà definito qualche decennio dopo con il nome di Rayon, in sostituzione a "seta artificiale".

Storia dell'industria chimica - Wikipedia
Illustrazione di un impianto chimico a Rostock, fine 800

L'inizio dello sviluppo delle fibre chimiche risale agli anni 20 del Novecento.Queste si dividono in:
  1. Fibre artificiali: sono quelle ottenute dalla trasformazione di materie prime naturali di origine organica. Possono essere prodotte a partire da proteine vegetali, principalmente, o anche animali. Il rayon citato prima, ad esempio, si ottiene dalla lavorazione della cellulosa. Alcuni esempi sono:
  2. Fibre sintetiche: sono ottenute dai derivati del petrolio, grazie a reazioni chimiche di polimerizzazione. Parallelamente, con processi non troppo differenti, si sono ottenute le materie plastiche a partire dagli stessi materiali. Per citarne alcune:
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Tessuti in nylon

Tra queste, una delle più significative è sicuramente il nylon, per la versatilità di utilizzo che ha dimostrato negli anni, viste le tante applicazioni che ha avuto.
Questo materiale viene brevettato nel 1938 dalla società americana DuPont, grazie al lavoro del chimico Wallace H. Carothers. Ventanni dopo, nel 1958, sempre la DuPont brevetta una nuova fibra sintetica, destinata a diventare la "fibra del XX secolo", la Lycra (nome tecnico Elastam), affermandosi così come leader mondiale nel settore dell'industria chimica per diverso tempo.
Dalla nascita del Nylon, nel giro di 50 anni le fibre chimiche diventarono leader nella produzione di tessuti a basso costo, per diversi motivi:
  • I tessuti prodotti con tali fibre risultano essere molto resistenti, difficilmente si stropicciano;
  • Sono termoisolanti, e questo ne ha permesso l'applicazione per tutta una serie di tessuti tecnici;
  • Hanno buona tingibilità e non presentano limitazioni da questo punto di vista, al contrario di molte fibre naturali;
  • Hanno ottima mischiabilità con tante altre fibre, rendendo quasi infinito il numero di possibilità di tessuti da poter creare a partire da suddette fibre.
Naturalmente, presentano anche degli svantaggi non indifferenti, che purtroppo sono stati spesso ignorati perché inizialmente non conosciuti o, più semplicemente, perché più conveniente ignorarli:
  • I tessuti prodotti da tali fibre non sono biodegradabili.
  • Questi tessuti, possono creare su determinati individui delle reazioni allergiche sulla cute;
  • Sono dannose per l'ambiente. Questo è dovuto alla dispersdione nell'ambiente di microplastiche, un problema che negli ultimi decenni ha raggiunto proporzioni non indifferenti a livello globale e che ha messo in allarme la comunità scientifica.
Comunque, il basso costo e le diverse caratteristiche positive di questi tessuti ne ha determinato la diffusione su larga scala in molti ambiti. Principalmente per:
  • Abiti;
  • Accessori di ogni tipo;
  • Calze e collant;
  • Tessuti per l'arredamento;
  • Biancheria intima;
  • Tessuti tecnici, impiegati principalmente per lo sport.
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